Traversata Fate-Cobardine, per rinfrescarsi le idee

In occasione di una sessione di scavo in un cantierino speleologico, l’amico Rattone (alias Stefano Ratti) del lunesnse mi comunica che per domenica 6 agosto è in programma una traversata Fate Cobardine.

Io che aspettavo da tempo l’opportunità di entrare in questa grotta, ormai chiodo fisso nella mia testa, non me lo sono lasciato dire due volte.

Partenza sabato dopo pranzo, incontro alla gabellaccia e lavoretti di ripristino stradale per arrivare alla cava Peghini in auto.

Poi in fila indiana sul sentiero appena accennato, carichi come asini alla volta del capanno nel bosco che ci ospiterà per la notte.

Facciamo un sopralluogo presso l’ingresso per verificare il livello del sifone: la siccità ci agevola almeno in questo, non va svuotato, si passa.

Torniamo alla casetta e ceniamo con un bel barbeque, poi a nanna.

Ma la notte sarà lunga e tormentata; tormentata dai russamenti di Stefano per chi dorme nel capanno, tormentata dall’andirivieni di 10000 animali selvatici per chi dorme in tenda o in amaca.

Così la mattina parte a rilento, siamo in ritardo; arrivano altri speleo e in una quindicina partiamo alla volta della grotta.

La temperatura africana e il sentiero disastrato non aiutano e il fresco venticello ( vento gelido) che esce dalla grotta è gradito a tutti; indossiamo le mute ed entriamo.

La prima mezz’ora è all’asciutto (sifone d’ingresso a parte) poi si scende nel fiume.

E’ già tutto armato, ma da “esplorazione” , quindi armi singoli e fix a dir poco preoccupanti.

Discendiamo il fiume in ambienti veramente belli, sembra di fare torrentismo al chiuso, circondati da drappeggi e concrezioni molto scenografiche.

Michele, che mi accompagna, scopre di non amare troppo l’acqua in movimento…. le vuole asciute le grotte lui….

Il corso del fiume sotterraneo si conclude in un immenso salone, dove sono piazzate le prese dell’acquedotto.

Il salone è veramente enorme, e sorprende anche per raffronto con i piccoli ambienti in cui siamo transitati fino a quel momento; sebbene dotati di impianti luce superpotenti, fatichiamo a vedere il soffitto e le pareti opposte di questa immensità.

In pochi minuti siamo fuori e l’afa ci travolge, viene voglia di rientrare.

Facciamo una capatina a visitare la tecchia di Tenerano, cavernone imponente che si apre poco più in basso, e rientriamo.

Sicuramente una esperienza da ripetere al più presto, percorso facile, fresco e molto bello.

E poi….. il fiume si può anche risalire….. con chilometri di grotta che ci aspettano.https://youtu.be/77cl7c3tBNk

 

 

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