Farolfi 2.0

Non si riesce a star lontani dal Farolfi troppo a lungo, soprattutto quando si è lasciato a metà un promettente pozzo “semi” nuovo. E così, armati di speranza e soprattutto di due sacchi pesanti come il piombo, io e Andrea B. (che nel Farolfi prenderebbe la residenza) siamo partiti alla volta del Passo croci.

Ma anche questa volta la varietà di ambienti di questa parte di Corchia ci ha incantato e siamo stati attratti da un altro posto che abbiamo raggiunto piantando uno spit (il plurale è majestatis, visto che è stato Andrea a fare il lavoro sporco…). Siamo arrivati in un arrivo d’acqua che ha creato un bel pozzo scavato nel marmo bianchissimo con una forra un po’ strettina, ma sicuramente Andrea S. se la sentirà di affrontarla per vedere l’effetto che fa.

Al ritorno ci siamo sgravati di almeno una corda lasciata fissa su un pozzo che prevede lo “scavalcamento” di una lama e un’uscita nel vuoto un po’ acrobatica (almeno per me, che in certi frangenti userei anche i denti per aprire il mio turbocesso).

E dopo l’adrenalinico (almeno per me) traverso su terrazzino strettino e alquanto scivoloso (niente comunque a confronto della cresta del Nattapiana che mi aspettava il giorno seguente…) ci siamo goduti il percorso di uscita che tra forre aeree e laminati inclinati è sempre una goduria, come una goduria son state le panzanelle che ci aspettavano dalla Piera!

 

E.S.

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