Al ramo complicato

Si ritorna al progetto O.R.CO. Dopo uno scambio di telefonate con Salvatore per decidere le squadre, gli obbiettivi e non da meno convincere la mia riluttanza a riprendere con l’attività, ma è ora di partire: sveglia alle 6:00 di sabato 11, appuntamento a Battifollo con Francesca e classica colazione da Tonlorenzi. Alle 8.40, da manuale siamo a Passo Croce. Non ci resta che attendere l’arrivo dell’altro gruppo. Ben presto arriva Ivan seguito da Daniele e Caterina, ed infine Salvo con Gabriele e il Tova, a chiudere Jacopo e il padre Nicola.

Si carica il materiale sui fuoristrada e partiamo in direzione Fociomboli per poi proseguire verso il Becco. Sull’ultimo tornante un lupo ci osserva tra il gli alberi, Salvo scende al volo per alcuni scatti ma non fa in tempo, come era apparso, con due salti sparisce quasi scocciato della nostra presenza.

Caricati di tutto il materiale non ci resta che salire lungo la cresta del Corchia per arrivare all’ingresso del Cacciatore. Abbiamo due obbiettivi: una squadra composta da Salvo, Tova e Gabriele va in esplorazione risalendo un pozzo da una 30ina di metri. Noi andiamo a rilevare un ramo ad una mezzora dall’ingresso che secondo le stime dovrebbe ritornare su un pozzo della via principale.

Giunti all’ingresso, il tempo di prepararsi e immergersi nel ventre del Corchia e nell’abisso Claude Figheira, “Il ben noto complesso sotterraneo dedicato alla memoria dello speleologo nizzardo Claude Fighiera sta divenendo uno dei più imponenti e complicati del mondo” cosi scriveva Giovanni Badino negli anni 80.

In breve siamo alla diramazione dove cominciare le fasi di rilievo. Daniele si prepara ad armare un saltino mentre spiego alcune basi di rilievo. La Francesca con il distox e Caterina con Jacopo, neofiti, si dedicano ai caposaldi, ed io alla restituzione sul palmare.

La galleria si presenta con una pendenza media di – 30 gradi, tranne il piccolo saltino, si procede tranquillamente sul fondo dissestato da massi di crollo. Con chi era avanti abbiamo perso il contatto, hanno con se tutto il materiale per armare gli eventuali pozzi. Peccato ma questo non si è avverato, dopo un centinaio di metri la condotta finisce in un “cul de sac”, peccato nemmeno la stima corrispondeva, peccato era troppo bello. Chiedo ad Jacopo di suggerire un nome per il ramo, mi risponde che è “complicato” scegliere……. Bravo Jacopo bel nome….. :)).

Dopo una pausa giusto per mangiare qualcosa si riparte verso l’uscita. Alle 17 siamo fuori con un centinaio di rilievo in più.

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