Topolinia: relax di fine agosto

La scorsa domenica il Sassa, il Kunze ed io abbiamo fatto un bel giretto relax a Topolinia. Ritrovo ore 8:30 a Battifollo, compattati gli zaini nella macchina del Kunze, facciamo una breve sosta caffè lungo strada e partiamo verso le Apuane.
Parcheggiamo e cominciamo a vestirci. Un simpatico ultraottantenne dedito alla sua chilometrica passeggiata mattutina, vestito come mago Merlino di ritorno da Honolulu, attacca bottone e ci tiene compagnia per una decina di minuti, raccontandoci quasi tutta la sua vita e le imprese di un gruppetto di tre ragazzi che la sera prima hanno acceso un fuoco proprio dove abbiamo parcheggiato noi, si sono ubriacati, uno di loro è caduto in un fosso ferendosi malamente ad un occhio, e gli altri due ancora un po’ ci rimanevano nel tentativo di tirarlo fuori..tutti vivi, per fortuna, stavolta gli è andata bene.. io nel frattempo mi chiedo se mai ci arriverò alla sua età e, se si, chissà se sarò così arzilla e soprattutto se avrò così tanta voglia di parlare con dei perfetti sconosciuti che per sentirsi bene si vanno ad infilare nei buchi che trovano sulle montagne e passano la domenica sottoterra, come noi..ci congediamo dal simpatico ometto e ci dirigiamo verso l’ingresso della grotta. Il Sassa arma e noi lo seguiamo. Dopo sali e scendi, strettoie e salette, siamo al ramo “Bella palla”. Recuperiamo il fix che qualche settimana fa ha giocato un brutto scherzo alla nostra piccola grande Veronica..fix di acciaio inox a doppia espansione..non sappiamo chi a suo tempo abbia fatto quella risalita, ma oltre che il super fix maledetto, ha anche abbandonato una piastrina in acciaio inox..non roba da speleo povery insomma..scendiamo un pozzo da una quindicina di metri e da lì si apre un mondo, un dedalo di pozzetti, meandrini, risalite..arriviamo fino all’inizio del ramo “Mastro Lindo” e decidiamo di ritornare tra qualche weekend con l’attrezzatura da risalita e soprattutto con la Vero. Cominciamo ad uscire nel pomeriggio tra una canzone di Ruggero de i Timidi e l’altra, l’entusiasmo all’idea del birrino gelato comincia a farsi sentire..In uscita il Sassa sostituisce un moschettone d’acciaio arrugginito, che non ci faceva sognare, con una maglia rapida sana. Tutti fuori, pioviggina, ma mentre eravamo dentro è venuta tanta di quell’acqua da cambiare la circolazione dell’aria e da attivare il fiume di Forno, che al mattino era completamente in secca. Prima di andar via abbiamo fatto una sosta merenda al bar della Casa del Socialista, sbavando solo all’idea delle frittelle di baccalà, che però, abbiamo scoperto, fanno solo su prenotazione..ormai abbiamo troppi motivi per tornare 😉 

Francesca

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