La Traversata (Figherà dal 19°-Corchia)

Ecco, finalmente dopo vent’anni ripercorro, con qualche variante, La Traversata di questo monte straordinario e “bucato” che è il Corchia.

Sono le 11 circa di sabato 27 aprile 2019 e lasciamo le macchine appena sotto Fociomboli.

Siamo Marco e Riccardo del GSPisa e Paolo, Andrea S, Elena ed io del GSCSarzana.

Alle 11:50 siamo all’ingresso del 19° pronti ad entrare dopo un elenco già lunghissimo di rituali sciocchezze.

e se riuscissi anche a ruotarle!!!

Entriamo e siamo parecchio veloci, o meglio progrediamo con continuità, senza soste ad eccezione di quelle cui ci costringono gli scarponi di Elena che decidono di aprirsi … per fortuna la punta resta attaccata, Paolo ha degli elastici di camera d’aria e io del nastro isolante e Andrea “accrocchia” con il materiale che ha disposizione una riparazione, si fa per dire, che comunque durerà fino all’uscita.

Percorriamo Via Fani, il ramo dei conglomerati, un tratto della via per il Farolfi ed entriamo nelle gallerie di -250 … che belle che sono … poi la tenda del vecchio campo base ed la discesa scivolosa per arrivare alla deviazione per il Mainz. 

Al salone del Mainz sono le 14 e 30 e mangiamo qualcosina, poi ripartiamo con il pozzo dei Titani ed il suo traverso con pendolo nel nero più nero … quanti anni sono che non ci ritorno … veramente tanti.

Sul primo traverso, dopo la prima risalita, Elena provvede ad un disgaggio, non troppo voluto, che fa un rumore veramente spaventoso … tutti fuori dalla traiettoria dei sassi che tanto piccoli non dovevano essere visto il rumore che hanno fatto!

Ogni tanto rivivo dei momenti e mi ricordo che cosa vedrò dietro il passaggio successivo.  Mi godo l’enormità degli spazi che nasconde la montagna vuota e che con gli elettrici attuali si percepisce di più che con qualche lampada ad acetilene anche se il colore non è così caldo.

Salone Nostradamus e Sala dei Venti (che però non era troppo ventosa) ci stiamo avvicinando a Valinor e la grotta cambia colori e forme: il nero del manganese, le stalattiti enormi crollate dal soffitto e le fratture nelle spesse colate di concrezione che fanno pensare a pressioni incredibili.

Siamo alla tenda rossa, campo base delle antiche esplorazioni.

I campi base per me sono sempre affascinanti, raccontano di sogni che si avverano grazie alla costanza ed alla fatica di qualcuno.

Sono solo le 19, ma Paolo aveva già deciso che lì ci saremmo fermati per cena … e cena sia! 

Spaghetti liofilizzati … pensavo peggio!  

Nel tratto tra la tenda rossa ed il Manaresi siamo un po’ più lenti, cambiamo qualche corda … questa corda qui devi metterla lì … insomma il meandro è un po’ più faticoso, ma quando arrivo ad affacciarmi sul Manaresi, mi fa un po’ impressione tutto quello spazio nero che mi circonda e aspetto il Sassa che faccio scendere per primo.

Siamo sulla traversata Eolo-Serpente … ci sentiamo praticamente fuori, anche se dobbiamo ancora fare tutte le doppie sui pozzi. 

Il Portello è sempre quello che mi piace di più e mi fa più paura … un po’ contraddittoria … altrimenti non sarei io!

Alle 00 e 30 di domenica mattina usciamo. 

Fuori ci sono i ragazzi pugliesi che hanno fatto la traversata classica. Certo che noi siamo fortunati ad essere così vicini alla Montagna Vuota!

Devo ringraziare i miei compagni di viaggio che, come al solito, mi hanno coccolata ed hanno avuto mille attenzioni nei miei riguardi … vantaggi della vecchiaia!

Alla prossima!

Licia

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