E Fondo fu! (Corchia naturalmente!)

“Ciao Fabri anche tu da queste parti?”
“Si gode una bella vista da qua su”
“Insomma… le nuvole basse…. questo cielo pumbleo… si vede a malapena il bordo del parapetto… ogni tanto si intravede una punta rocciosa, ma nulla più”
“ma il bello è questo, puoi immaginare tutto un mondo al di sotto… un’altra vita… vieni siediti facciamoci una birra”

Era da tempo che si girava intorno alla discesa verso il fondo del corchia, l’occasione ci è stata dal progetto “La montagna vuota” un video documentario, patrocinato dalla FST, nato con l’intento di far conoscere ciò che si cela dentro il Monte Corchia. L’organizzazione parte via mail e in poco tempo aderiscono una 15ina di persone tra cui noi del GSCSarzana: Veronica, Giuseppe ed io.
La mattina di sabato 13 ci si ritrova, noi tre, a Battifollo per poi proseguire all’appuntamento dalle “puppone” alle 8:30 con la squadra di punta: Antonio, Alex, Cesare, Salvatore e noi. Al turistico un breve briefing con la squadra di ripresa e si parte direzione fondo.
In breve si arma il gronda in calata doppia con Cesare e Salvatore in prima linea, gli altri saltini sono armati e velocemente si arriva in testa al pozzo “L”. Giuseppe si propone per l’armo, impresa ardua con corda nuova su campata da 40, a quindici metri dalla base vediamo che sta armeggiando in cerca del frazionamento mentre litiga con la corda ammatassata nel sacco, passa un po’ di tempo, ma alla fine vince….. vince il pozzo!! Da oggi Giuse si chiamerà “elle” … battezzato alla base del pozzo.
Da qui in poi la strada è facile: una serie di saltini ci separa dal lago sifone e dai saloni fossili. Al lago ci si ricompatta e ci si dedica al gonfiaggio del canotto…. si proprio un canotto, cosi per volere della squadra di ripresa. Ovviamente non mancano le battute e i teatrini tra le risate dei presenti. Lasciamo ormeggiato pigramente il canotto e raggiungiamo il campo dei saloni fossili dove ci rimane da montare le tende per chi rimarrà qui in sosta. Alla fine ripartiamo, faccio strada in quanto conoscitore della via che ci permette di bypassare un laghetto antipatico. Il Vidal ci accoglie fragorosamente alla fine dei saloni e velocemente procediamo verso il pozzo cascata, alla congiunzione con il ramo Pinerolo perdiamo un po’ di tempo per riadattare il passaggio con le corde in loco in quando lesionate. Da lì, una mezzora, e ci traviamo al fondo: inconfutabile segno le scritte storiche sulle pareti. La gioia esplode tra i presenti e l’ilarità di coloro che per la prima volta si trovano ad assaporate una meta ambita. Il tempo di fare qualche scatto di rito e ripartire in direzione del campo. Il ritorno è veloce anche perché siamo scarichi, ma ahimè, la memoria mi tradisce e sbaglio strada ritrovandoci in un cul de sac. Fortunatamente è poca la deviazione e rientriamo al campo dove troviamo ad attenderci la squadra di ripresa. Passiamo un’oretta riprendendo le forze e mangiando, facciamo il punto e decidiamo di prendere la via del ritorno, Alex, Veronica, “Elle” ed io,  portando con noi un po’ di materiale che non sarà più utilizzato… il canotto!! che ci dividiamo equamente…. e ovviamente il remo a chi tocca?….. nel sacco non ci sta e la punta esce e sui pozzi è una menata… Alle 23 siamo fuori dal turistico, ma per problemi tecnici Alex e “Elle” escono dai pompieri. Abbiamo fame e troviamo ancora aperto Ivano (Piera) che ci prepara una zuppa di legumi e birra. Mi sento bene è stata un bella gita e sono contento dei visi felici dei miei compagni, sicuramente una bella esperienza per Veronica e Giuseppe….. grandi!!.

Kunze

    

Immagini collegate: